2.1.08

1989-90: CI SIAMO INCONTRATI... ORA ANDIAMO VERSO GLI ALTRI (NEL CENTRO GIOVANILE!)

Il gruppo Naum vive ancora quest'anno sotto tale egida, con i suoi animatori-suonatori Roberto (organizzatore-organista) e Andrea (co-organizzatore e chitarrista), ai quali si era già aggiunto un acquisto per l'assistenza: Ivano Zappulla (con l'inseparabile Paolo). La cosiddetta messa di p. Viana torna alla domenica mattina (ore 9.30): la fenice risorge? Tutt'altro, poiché il nuovo tempio è la piccola cappella dell'oratorio, ancora sconosciuta alla comunità. Certamente "lo sminuire" era logico all'interno dei piani del parroco per portare i più piccoli all'Eucaristia comunitaria parrocchiale (del sabato, ore 18), al termine del loro primo cammino formativo nei gruppi giovanili di ispirazione acierrina. Viene il momento di salutare piccolo Pagliano, che - in attesa di prestare servizio militare - si svincola dall'attività domenicale. Anche Roberto, sempre più assorbito dagli impegni scolastici e dall'attività di animatore in altri gruppi nascenti (collaborando con p. Allocco e p. Viana), riesce sempre meno a presentare iniziative allettanti, con conseguente perdita di ragazzini. Essa è tale che le ultime celebrazioni della messa vengano accompagnate dal canto, grazie alla presenza del solo Roby (tastiera, voce e direttore di se stesso) e al provvidenziale intervento dei gruppi Scout. Roberto, introdotto nella varia realtà del Centro Giovanile nascente, incontra fra gli studenti di teologia di Chieri, che animano gli incontri formativi e spirituali per i ragazzi e gli animatori, Dario Coppola: epigono l'uno, fondatore l'altro, in una simbolica stretta di mano, rimembrando gli anni passati alla mitica eucaristia (non siamo a Teano!!) ventileranno l'idea di una rimpatriata.

Sarebbe poetico parlare, a questo punto, di canto del cigno per quel gruppo di pulcini e paperotti, che in otto anni hanno alternato entusiastiche ovazioni a qualche inno timidamente pigolato. Sarebbe però fuorviante, perché tra i ragazzini, che gradualmente hanno lasciato soli Ivano, Andrea e Roberto nel Naum, c'è anche chi forse ha capito (speriamo) cosa quei canti lasciavano a intendere: attraverso il canto, dall'aggregazione fraterna si va verso gli altri fratelli e, tramite questo incontro, tutti camminiamo verso Cristo che ci ha resi fratelli. Assimilata l'antifona "incontrarsi significa uscire da sé per andare verso gli altri" nella realtà, si possono riporre tale motto e l'etichetta "Naum".


Ultimamente, anche i mass-media segnalano, con frequenza, esigenze - spesso strumentalizzate a fine spettacolare - di un recupero di verità nella realtà. Senza estremizzare questi concetti - come, per nobili fini letterario-artistici, fecero mirabilmente sia il verismo, sia il realismo e il neorealismo - nel nostro piccolo, anche qui abbiamo voluto far luce su uno spaccato di verità: fedeli al celebre motto dell'Ordine dei frati Predicatori (Veritas), abbiamo riportato le nostre esperienze, nelle quali, certamente, i protagonisti sono i piccoli, i meno considerati, tuttavia parte costitutiva ma soprattutto attiva della storia che - in questo caso - è circoscritta alla comunità giovanile parrocchiale. Gli ultimi motivano i cambiamenti, le direttive che i primi intraprendono. Forse, ci piace sentirci - in tal senso - dei piccoli perché questi erano i preferiti di Gesù.

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